Unione dei Comuni Valdarno e Valdisieve con sede a Rufina (FI)
Si estende su 1.059 ettari in comune di Reggello, sulle pendici fiorentine del Pratomagno ed al suo interno, per 800 ettari, è presente l’AreaNaturale Protetta di Interesse Locale di San Antonio. La foresta è inserita in un vasto comprensorio di aree protette e territori di proprietà pubblica regionale che, dalla Riserva Biogenetica di Vallombrosa, si ampliano fino ai contrafforti sud del massiccio del Pratomagno.
In auto. Dalla autostrada A1 si esce ad Incisa, seguendo poi le indicazioni per Reggello. Da qui strade secondarie conducono al limite inferiore della Foresta in località Ponte di Macereto. Una bellissima strada panoramica, ma sicuramente tortuosa e lunga, è quella del Passo della Consuma; nei pressi dell’abitato della Consuma si devia per Vallombrosa, oltrepassando tale località e Saltino, giungendo così a Reggello. La parte superiore del complesso è invece raggiungibile dalla località Secchieta imboccando a piedi la strada forestale in discesa sulla destra poco dopo la cappella di Secchieta. In treno: Linea Firenze-Arezzo (che transita da Pontassieve e Rignano sull’Arno), la fermata più vicina al complesso è Incisa Val d’Arno; da lì è opportuno servirsi di autobus per Reggello.
Il comprensorio si trova sul versante occidentale della catena del Pratomagno, a sud della Foresta di Vallombrosa, e forma un semicerchio lungo il bordo alto del bacino del torrente Resco sovrastando così il capoluogo di Reggello, attraversato appunto dal suddetto torrente. La morfologia è piuttosto accidentata, dal crinale del Pratomagno (che si mantiene su quote variabili dai 1.400 m fino ai 1.537 m del Poggio Uomo di Sasso) la foresta scende verso i 700/800 m, con ripide pendici tormentate da crinali marcati, balzi rocciosi e fossi profondi che confluiscono a raggiera verso il torrente Resco, il quale, dopo aver attraversato l’abitato di Reggello, si innesta nel torrente S. Agata affluente di destra dell’Arno. La geologia si caratterizza per notevoli banchi di arenaria compatta, intercalati da pochi e sottili strati scistosi. Il modo con cui i banchi di arenaria si immergono nel terreno dà luogo ad una tipica alternanza di situazioni; nelle esposizioni meridionali la morfologia è più accidentata, mentre nei versanti settentrionali, dove la morfologia è più dolce, l’ambiente è più favorevole alla evoluzione delle comunità vegetali. La morfologia tormentata dà luogo ad una maggiore alternanza di microclimi; nelle esposizioni settentrionali il clima è più fresco e più adatto alla faggeta, mentre nelle zone meridionali si creano condizioni di maggior aridità che permettono a specie pioniere (come il carpino) e più termofile (cerro e castagno) di associarsi al faggio.
Il Complesso è caratterizzato principalmente da praterie, arbusteti, boschi di faggio, castagno e cerro, nonché da vari lembi di vegetazione delle rupi e dei corsi d’acqua. Le praterie occupano una superficie molto ridotta e le uniche, ancora oggi apprezzabili, sono quelle di crinale riconducibili al nardeto. La loro origine è secondaria e legata alla distruzione delle faggete di crinale e degli arbusteti a mirtillo, relegati a pochi frammenti sparsi. Gli arbusteti costituiscono uno stadio di degradazione delle preesistenti foreste di latifoglie, e sono costituiti principalmente da ginestra dei carbonai, felce aquilina, brugo ed eriche. I boschi di faggio sono posti alle quote superiori e sono caratterizzati da varie forme evolutive, con dominanza di quelle scarsamente fertili, anche se non mancano lembi con migliori caratteristiche, localizzati su versanti a sviluppo regolare, in impluvi freschi ed in aree pianeggianti. I castagneti sono presenti tra i 600 ed i 1100 metri di quota, principalmente, lungo la valle del Borro di S. Antonio, dove occupano le aree con giacitura meno acclive e con minore rocciosità affiorante. Costituiscono la tipologia più diffusa nel complesso forestale, spesso associati a carpino nero e faggio alle quote superiori. I boschi di cerro sono presenti, in modo discontinuo, lungo gli impluvi al di sotto del limite inferiore della faggeta in corrispondenza di depositi alluvionali. Sono caratterizzati da elevata ricchezza floristica, grazie all’acqua corrente che opera un’azione mitigatrice della temperatura e rende costante il gradiente di l’umidità durante tutto l’anno. Il piano arboreo ospita anche elementi non comuni come frassino meggiore, tiglio cordato, faggio, carpino bianco e nocciolo. Sono presenti infine rimboschimenti a prevalenza di pino nero.
L’eterogeneità del territorio favorisce la complessità biologica e l’elevato valore dell’ambiente. L’area è ricca di mammiferi, non solo per il loro numero ma anche per il loro valore naturalistico e conservazionistico. Particolarmente diffusi sono la lepre comune, l’istrice, il lupo, la volpe ed i mustelidi (tasso, donnola, puzzola e faina). Tra gli ungulati, molto diffuso è anche il cinghiale, mentre più ridotta è la presenza del capriolo. Anche per quanto riguarda l’ornitofauna, il complesso presenza emergenze molto interessanti, in specie per quanto riguarda gli ambienti di crinale e le praterie. Se le specie legate ad ambienti forestali sono le più diffuse (dallo scricciolo al pettirosso, alla cinciallegra, al fringuello, ecc.), molto importanti sono quelle presenti nelle aree aperte, come il biancone, il codirossone e lo stiaccino, specie occasionale in Toscana.
Per quanto riguarda la sentieristica, riveste un notevole interesse il percorso CAI n°00, che attraversa i pascoli di crinale partendo da loc. Secchieta e arrivando al Poggio Uomo di Sasso. Un altro sentiero meritevole di attenzione è il CAI n°16 che veniva utilizzato per i collegamenti tra il Casentino ed il Valdarno. Inoltre il sentiero che parte dal Ponte di Macereto, percorre il Borro delle Fornaci e arriva alla strada forestale di Massafalco nei pressi del Rifugio di S. Antonio, permette di vedere la carbonaia di Mesino, la cascata di Meriggione e la Vecchia Fornace. Inoltre è stato allestito un percorso didattico di 1,3 km, lungo il sentiero CAI n°14 (tra Croce al Cardeto e Capanna delle Guardie) con cartelli informativi sull’ambiente circostante; percorrendolo è possibile vedere una vecchia carbonaia, raggiungendo alla fine un suggestivo punto panoramico da cui si può osservare in tutta la sua estensione, la Foresta di S. Antonio, oltre al Valdarno ed ai Monti del Chianti. Partendo da loc. Macinaia e percorrendo il sentiero CAI n°14 e deviando verso il n°15 in loc. Malpasso si raggiunge il bivacco Capanna di S. Antonio e l’adiacente area di sosta attrezzata. In località Prato a Marcaccio è possibile vedere il Faggione, faggio secolare di dimensioni non comuni. Meritano anche di essere visitate le faggete di Massa Bernagia e Bartolesse, le abetine di abete bianco di Massa Bernagia e di Pian del Tiglio e la vecchia marroneta di Mandro Vecchio. In questo territorio del comune di Reggello dalla Valle dell'Arno, alle colline che accompagnano la Via dei sette ponti, alla montagna di Vallombrosa si trovano case coloniche, ville, castelli, pievi romaniche e l'Abbazia dei Monaci Vallombrosani, circondata dall’omonima famosa Foresta. Inoltre la cultura legata al lavoro dell'uomo, come l'arte del legno a Tosi e la coltivazione dell'olivo che produce un olio e un paesaggio straordinari. Si segnala infine il Museo Masaccio a Cascia di Reggello dove è conservato il Trittico di San Giovenale, opera prima di Masaccio che ci riporta come d’incanto agli albori del Rinascimento italiano.
Dati aggiornati a novembre 2023.
Per ulteriori informazioni rivolgersi all’ente gestore
Il Patrimonio Agricolo Forestale Regionale della Regione Toscana (PAFR) è suddiviso nei seguenti Complessi/Sezioni:
Codice Complesso | COMPLESSO | Ente Gestore |
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001 | ACQUERINO - LUOGOMANO | UNIONE DEI COMUNI DELLA VAL DI BISENZIO |
002 | ALPE1 | UNIONE MONTANA DEI COMUNI DEL MUGELLO |
003 | ALPE2 | UNIONE DI COMUNI VALDARNO E VAL DI SIEVE |
004 | ALPE DELLA LUNA | UNIONE MONTANA DEI COMUNI DELLA VALTIBERINA |
005 | ALPE DI CATENAIA | UNIONE DEI COMUNI MONTANI DEL CASENTINO |
006 | ALPE DI POTI | AREZZO - GESTIONE P.A.F.R. |
007 | ALPE DI SAN BENEDETTO | UNIONE DI COMUNI VALDARNO E VAL DI SIEVE |
008 | ALTO SENIO | UNIONE MONTANA DEI COMUNI DEL MUGELLO |
009 | ALTO SERCHIO | UNIONE COMUNI GARFAGNANA |
010 | ALTO TEVERE | UNIONE MONTANA DEI COMUNI DELLA VALTIBERINA |
011 | COLLINE METALLIFERE | UNIONE DI COMUNI MONTANA COLLINE METALLIFERE |
012 | BANDITE DI SCARLINO | SCARLINO - GESTIONE P.A.F.R. |
013 | BRATTELLO | UNIONE DEI COMUNI MONTANA LUNIGIANA |
014 | CALVANA BISENZIO | UNIONE DEI COMUNI DELLA VAL DI BISENZIO |
015 | CALVANA MUGELLO | UNIONE MONTANA DEI COMUNI DEL MUGELLO |
016 | CASELLI | UNIONE MONTANA ALTA VAL DI CECINA |
017 | COLLINE LIVORNESI | UNIONE DI COMUNI MONTANA COLLINE METALLIFERE |
018 | FORESTA DI SANT'ANTONIO | UNIONE DI COMUNI VALDARNO E VAL DI SIEVE |
019 | FORESTE CASENTINESI | UNIONE DEI COMUNI MONTANI DEL CASENTINO |
020 | FORESTE PISTOIESI-ACQUERINO COLLINA | UNIONE DEI COMUNI APPENNINO PISTOIESE |
021 | FORESTE PISTOIESI-MARESCA | UNIONE DEI COMUNI APPENNINO PISTOIESE |
022 | FORESTE PISTOIESI-MELO LIZZANO SPIGNANA | UNIONE DEI COMUNI APPENNINO PISTOIESE |
023 | GIOGO CASAGLIA | UNIONE MONTANA DEI COMUNI DEL MUGELLO |
024 | IL BELAGAIO | UNIONE DI COMUNI MONTANA COLLINE METALLIFERE |
025 | IL GIARDINO SCORNABECCHI | RIPARBELLA - GESTIONE P.A.F.R. |
026 | LA FOCE | UNIONE DI COMUNI VALDICHIANA SENESE |
027 | MONTIONI-SCARLINO | SCARLINO - GESTIONE P.A.F.R. |
028 | LA MERSE | UNIONE DI COMUNI VAL DI MERSE |
029 | LA SELVA | UNIONE DI COMUNI VAL DI MERSE |
030 | LE CARLINE | UNIONE DI COMUNI VAL DI MERSE |
031 | LUSTIGNANO | UNIONE MONTANA ALTA VAL DI CECINA |
032 | MACCHIA DELLA MAGONA | BIBBONA - GESTIONE P.A.F.R. |
033 | MACCHIA DI BERIGNONE | UNIONE MONTANA ALTA VAL DI CECINA |
034 | MACCHIA DI DECIMO | UNIONE MONTANA ALTA VAL DI CECINA |
035 | MACCHIE DELL'ELBA | UNIONE DI COMUNI MONTANA COLLINE METALLIFERE |
036 | MADONNA DELLA QUERCE | UNIONE DEI COMUNI AMIATA VAL D'ORCIA |
037 | MONTALCINO | UNIONE DEI COMUNI AMIATA VAL D'ORCIA |
038 | MONTE GINEZZO | UNIONE DI COMUNI PRATOMAGNO |
039 | MONTE PENNA | UNIONE DEI COMUNI MONTANI AMIATA GROSSETANA |
040 | MONTE VERRO - MONTETI | CAPALBIO - GESTIONE P.A.F.R. |
041 | MONTERUFOLI | UNIONE MONTANA ALTA VAL DI CECINA |
042 | MONTI DEL CHIANTI | UNIONE DI COMUNI PRATOMAGNO |
043 | MONTI PISANI (PI) | CALCI - GESTIONE P.A.F.R. |
044 | MONTI PISANI (LU) | UNIONE DEI COMUNI MEDIA VALLE DEL SERCHIO |
045 | PAVONE VAL DI CECINA | UNIONE MONTANA ALTA VAL DI CECINA |
046 | MONTE AQUILAIA | UNIONE DEI COMUNI MONTANI AMIATA GROSSETANA |
047 | POGGIO MALABARBA | ORBETELLO - GESTIONE P.A.F.R. |
048 | PRATOMAGNO CASENTINO | UNIONE DEI COMUNI MONTANI DEL CASENTINO |
049 | PRATOMAGNO VALDARNO | UNIONE DI COMUNI PRATOMAGNO |
050 | RINCINE | UNIONE DI COMUNI VALDARNO E VAL DI SIEVE |
051 | SAN MARTINO | UNIONE DEI COMUNI MONTANI AMIATA GROSSETANA |
052 | SANTA LUCE | SANTA LUCE - GESTIONE P.A.F.R. |
053 | SASSETTA | SASSETTA - GESTIONE P.A.F.R. |
054 | ULIGNANO | UNIONE MONTANA ALTA VAL DI CECINA |
064 | MEDIO SERCHIO | UNIONE DEI COMUNI MEDIA VALLE DEL SERCHIO |
066 | FORESTE PISTOIESI-ABETONE | UNIONE DEI COMUNI APPENNINO PISTOIESE |
067 | RANTIA VAL DI CECINA | UNIONE MONTANA ALTA VAL DI CECINA |